Giunone Venere e la gallina

 La fiaba di Giunone, Venere e la gallina  

 
Fiaba Giunone, Venere e la gallina versione latina tradotta con testo a fronte

Favola di Fedro tradotta con testo a fronte

 

La libidine delle donne

 
Poichè Giunone vantava la sua castità, Venere per divertirsi un pò non la contraddisse e, per dimostrare che nessuna dea o donna mortale la poteva uguagliare, si dice chiedesse ad una gallina così:
" Ti prego dimmi, quanto cibo occorre perché tu possa saziarti?"

Quella rispose:
"Ciò che mi darai sarà sufficiente purchè purché tu mi permetta di grattare qualcosa con le zampe!". 
 
"Per evitare di razzolare" disse Venere" ti basta un moggio di grano?".

"Altroché! Addirittura è troppo, ma lasciami razzolare".

"Infine cosa desideri per smettere di razzolare?".

Allora quella confessò il vizio di natura:

"Razzolerei anche davanti ad un granaio tutto spalancato".

Si dice che Giunone abbia riso allo scherzo di Venere perchè indicò le donne attraverso l'esempio della gallina.


 

Fedro - Fabula Iuno, Venus et gallina

 

De mulierum libidine

 
Cum castitatem Iuno laudaret suam,
iocunditatis causa non renuit Venus,
nullamque ut affirmaret esse illi parem
interrogasse sic gallinam dicitur:
"Dic, sodes, quanto possis satiari cibo?"
 
Respondit illa "Quidquid dederis, satis erit,
sic ut concedas pedibus aliquid scalpere."
 
"Ne scalpas" inquit "satis est modius tritici?
"Plane, immo nimium est, sed permitte scalpere."
 
"Ex toto ne quid scalpas, quid desideras?"
 
Tum denique illa fassa est naturae malum:
"Licet horreum mi pateat, ego scalpam tamen."
 
Risisse Iuno dicitur Veneris iocos,
quia per gallinam denotavit feminas.


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