La cicala e la civetta

  Fiaba la cicala e la civetta 

 

Versione di Fedro tradotta con testo latino a fronte


Scontano le grandi pene della superbia coloro che non praticano la gentilezza.

Giorno e notte una cicala faceva un fastidioso baccano ed esasperava una civetta, che cercava cibo nelle tenebre e durante il giorno dormiva in un ramo cavo.
Un giorno la civetta chiese alla cicala di far silenzio, ma la cicala iniziò a strepitare in modo molesto. 
Di nuovo la civetta con una preghiera interpellò l'incivile animale, ma invano. 
Poiché la cicala non ascoltava la civetta e la disprezzava, così disse l'astuto uccello:
"Tu sicuramente suoni la cetra di Apollo: perciò ho deciso di bere il nettare che Pallade, la dea Atena, mi ha donato di recente; orsù, vieni: beviamo assieme!". 
La cicala, poiché ardeva dalla sete, volò cupidamente. 
Ma la civetta balzò fuori dalla cavità dell'albero ed uccise la trepida cicala.


Fabula cicada et noctua - Fedro 


Humanitati qui se non accommodat, plerumque poenas oppetit superbiae.

Dies noctesque cicada acerbum convicium faciebat et noctuam fatigabat, quae victum in tenebris quaerebat et in cavo ramo somnum interdiu capiebat. 

Olim noctua cicadam rogavit ut taceret, sed cicada multo validus clamare incepit. 

Rursus prece noctua inurbanm animal appellavit, sed frusta. 

Quia cicada noctuam non audiebat et contemnebat, ita callida avis dixit:'' Tu certe Apollinis citara: consilium igitur capio ut nectar bibam quod Pallas mihi nuper donavit; veni igitur: una bibabus!''. 

Cicada, quia siti arebat, cupide advolavit. 

Sed noctua e cavo se erupide et trepidam cicadam necavit.


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